sabato 23 agosto 2014

La precarietà dei sentimenti

Vi siete mai messi a sedere per un momento a pensare alla quantità di persone nel mondo che ogni giorno influenziamo con la nostra presenza? Se ci dedicassimo qualche ora, scopriremmo che quella dei sentimenti è una banalità intrisa di urgenza, di egoismo sfacciato e oserei dire "terapeutico". Vi faccio un esempio: è come quando un amore o un'amicizia finiscono di sana pianta, proprio quando meno te lo aspettavi e dalla persona con la quale lo credevi meno possibile, e ti accorgi ad un tratto di essere già stato rimpiazzato da qualcuno/a che lo fa sentire ancora meglio di quanto tu gli/le abbia mai permesso. E' banale da dire ma la teoria di Hobbes, Homo Homini Lupus, è stata più lungimirante di quanto ciascuno di noi abbia potuto pensare. L'uomo ama, si affeziona, crede, stima solo per proprio interesse. Inutile affiancarsi a discorsi altruisti sull'importanza delle anime unite e dipendenti per bene e compassione. In questo mondo la compassione non esiste: non esiste poiché altrimenti esisterebbe la carità, non come elemosina, ma come tentativo di far del bene per SENTIRSI bene. Oggi mi sono messa a riflettere sul significato di "precarietà". I sentimenti, così come la vita stessa, sono precari: le persone agiscono esclusivamente per proprio tornaconto personale. Dovrei imparare a fare affidamento a questo pensiero.